Sàffico

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saffico


sàffico agg. [dal lat. Sapphĭcus, gr. Σαπϕικός, der. di Σαπϕώ, Saffo] (pl. m. -ci). – 1. Relativo a Saffo, poetessa greca di Lesbo (fine sec. 7° - prima metà sec. 6° a. C.), e alla sua opera: la poesia s., la lirica saffica. 2. Nella metrica classica, detto di metri lirici prediletti da Saffo, ma usati anche da altri poeti: endecasillabo s., verso di undici sillabe (schema: –́⌣–́⌣̅–́⌣⌣–́⌣–́⌣̲), probabilmente formato in origine dall’associazione di un ditrocheo e un aristofanio; verso s. maggiore (o più comunem., come s. m., s. maggiore), nella metrica oraziana, endecasillabo saffico aumentato di un coriambo, inserito dopo il ditrocheo (schema: –́⌣–́⌣̅–́⌣⌣–́–́⌣⌣–́⌣–́⌣̲); strofe s., costituita da tre endecasillabi saffici seguiti da un adonio, ripresa dai poeti ellenistici e, tra i latini, da Catullo e da Orazio; ode s. (o, come s. f., una saffica), di uso abbastanza frequente nella poesia italiana tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento (grazie al suo recupero da parte di Carducci e Pascoli), che cerca di riprodurre, con la successione di tre endecasillabi più un quinario o un settenario, la cadenza della strofe saffica greca. 3. Sinon. di lesbico: amori s.; pratiche s.; sostantivato al femm., sinon. raro di lesbica.

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