Sassafrasso

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sassafrasso


(o sassofrasso) s. m. [dal fr. sassafras, spagn. sasafrás, di etimo incerto]. – 1. In botanica, genere di piante lauracee (lat. scient. Sassafras), con poche specie, di cui una della Cina e due dell’America Settentr.: sono alberi caducifogli, coltivati in America per il fogliame che in autunno assume belle tinte aranciate o rosse, e per i frutti decorativi, lunghi 2 cm, azzurro-scuri. 2. a. Nome comune di un albero appartenente al genere suddetto (Sassafras albidum o Sassafras officinale), dell’America Settentr., alto una trentina di metri, di cui si usa in medicina la corteccia della radice (che è bruno-rossastra, di odore aromatico, simile a quello del finocchio) come diuretico e diaforetico e, per il grato odore e sapore, come correttivo; dalla radice si ricava, per distillazione in corrente di vapore, l’olio essenziale di s., di odore e sapore aromatico, costituito prevalentemente da safrolo, che si impiega per profumare saponi, per aromatizzare bevande, come antisettico e disinfettante in preparazioni farmaceutiche; per le sue proprietà diuretiche e diaforetiche, è stato usato come contravveleno della nicotina, del giusquiamo, del veleno d’api, ecc. b. S. d’Australia, albero del genere aterosperma, dalla cui scorza e dal cui legno si ricava anche un’essenza, detta olio di s. di Vittoria o di Australia. c. Noci di s., altro nome dato in commercio alle fave di pichurim (v. pichurim).