Sci

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sci


(ant. ski e schi) s. m. [dal norv. skišìi〉]. – 1. a. Ciascuno dei due attrezzi usati per scivolare sulla neve, formati da una lunga assicella elastica, un tempo di legno, oggi per lo più di metallo e materiale sintetico leggero e flessibile, percorsa lungo gli spigoli da una lamina metallica (fuorché negli sci da fondo), con punta ricurva verso l’alto, e fornita nella parte centrale di un attacco per fissarvi lo scarpone. La lunghezza è variabile in base sia alla statura e al peso dello sciatore sia all’uso specifico (per la discesa, per il fondo, su pista, fuori pista), in relazione al quale anche la larghezza e il peso variano. b. Per analogia, ognuno dei due attrezzi (detti anche sci d’acqua o nautici), di forma analoga a quella degli sci da neve, di dimensioni, peso e materiali diversi secondo la particolare specialità praticata, su cui si fissano i piedi per scivolare velocemente sull’acqua a traino di un motoscafo. 2. Sport praticato con gli sci: gara di sci; un campione di sci; fare dello sci. In partic.: sci alpino, comprendente prove di discesa (libera), slalom (speciale), slalom gigante, supergigante, slalom parallelo, combinata alpina; sci nordico (v. nordico); sci di fondo (anche, assol., fondo), attività sia agonistica sia amatoriale, praticata su piste con tratti pianeggianti, salite e discese (moderate), preparate da apposita macchina battipista dotata di piastre per tracciare il cosiddetto «binario», cioè due solchi tra loro paralleli nei quali scorrono gli sci, stretti e leggeri, con soletta liscia oppure a rilievi, e forniti di attacco che blocca solo la punta della scarpa, lasciando il piede libero di compiere i passi proprî di questa disciplina (v. passo2, n. 4 g); sci di fondo escursionistico (o sci-escursionismo), attività ricreativa consistente nel compiere escursioni sulla neve lungo percorsi liberi (per es. traversate), con dislivelli relativamente contenuti, non comportanti il ricorso a tecniche di roccia e di ghiaccio, con attrezzature e tecniche intermedie tra quelle adottate nello sci di fondo e quelle dello sci-alpinismo; sci-alpinismo (v. la voce); sci acrobatico, sci artistico o anche, con termine ingl., freestyle (v.); sci estremo, consistente nel discendere con gli sci pareti o canali innevati, con pendenze superiori ai 45° e forti dislivelli; sci di velocità (trad. dell’ingl. speed skiing), recente denominazione della disciplina nota attraverso la spericolata prova del chilometro lanciato; sci orientamento, attività escursionistica che si pratica con gli sci da fondo e che consiste nell’esplorare un territorio sconosciuto, tra boschi e radure, con l’ausilio di una mappa particolarmente dettagliata; sci d’erba, praticato con attrezzi cingolati (detti anch’essi sci), costituiti cioè da elementi articolati metallici che formano un nastro chiuso, per scivolare lungo i pendii erbosi, e comprendente prove di slalom, slalom gigante, supergigante, combinata; sci nautico o acquatico o d’acqua (o, meno com., idroscì), attività sportiva consistente nello scivolare sull’acqua su appositi sci (o su un singolo sci, detto monoscì, al quale sono fissati entrambi i piedi) o anche a piedi nudi (cioè senza sci), trainati da un motoscafo attraverso una fune fornita di impugnatura e mantenendo il corpo inclinato all’indietro; le specialità comprendono l’esecuzione di particolari figure (rotazione su sé stessi, passaggio di un piede da una parte all’altra della fune, ecc.), salti da un trampolino di altezza regolabile in relazione all’età e al sesso dell’atleta, slalom tra boe e gare di velocità. TAV.

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