Scudo

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scudo


s. m. [lat. scūtum e scūtus «scudo oblungo»]. – 1. a. Arma da difesa utilizzata un tempo a scopo bellico (è ancora in uso per tale scopo esclusivam. presso popoli primitivi) e attualmente dalle forze di polizia durante il servizio di ordine pubblico; consiste in una piastra di varia forma e di vario materiale che, assicurata al braccio sinistro o impugnata con la mano sinistra, serve a proteggere il corpo dalle armi offensive nemiche: s. di bronzo, di cuoio, di vimini, di pelle; s. rettangolare, tondo, ovale; s. con, senza umbone; coprirsi, ripararsi con lo s.; presentare, opporre lo s. ai colpi del nemico; parare i colpi con lo s.; lo s. di Achille, di Enea, descritti rispettivam. nel libro 18° dell’Iliade e nel libro 8° dell’Eneide, fatti di metalli preziosi con incisioni raffiguranti scene mitologiche e storiche. S. crociato, lo scudo dei crociati che portava sul davanti come insegna una croce rossa sul fondo bianco (per altro uso della locuz., v. al n. 3 b). In frasi fig.: alzata (o levata) di scudi, improvvisa ribellione, energica opposizione a una situazione, un provvedimento, ecc.: fare un’alzata di scudi; ieri, in ufficio, c’è stata una levata di scudi di tutto il personale contro l’abolizione dei buoni pasto; portare sugli s., esaltare qualcuno, portarlo in palma di mano (cfr. il fr. élever sur le pavois, dall’antica usanza franca di sollevare il re eletto sugli scudi affinché il popolo lo vedesse e lo acclamasse); s. fiscale, provvedimento fiscale teso a favorire, pagando una penale ridotta, il rientro in Italia di capitali esportati illegalmente. b. estens. Riparo, protezione: fare o farsi s. di (o con) una cosa, usarla come riparo, come schermo, anche fig.; fece s. col proprio petto al figlio; usa farsi s. delle sue potenti amicizie; Ei si fa, contro a i mali, De la costanza sua s. ed usbergo (Parini); s. umano, spec. nel linguaggio giornalistico, persona disarmata che, negli scenari di guerra, oppone volontariamente il proprio corpo (o vi è costretta da altri) alle armi nemiche. c. fig., poet. Difensore, campione: O saldo s. de l’afflitte genti Contra colpi di Morte e di Fortuna (Petrarca, in una invocazione alla Vergine); Rinaldo han morto il qual fu capo e s. Di nostra fede (T. Tasso). 2. Piastra di corazza leggera messa a cavallo della volata delle artiglierie a protezione della culatta e dei serventi, molto usata tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decennî del Novecento, spec. in marina, per i pezzi di piccolo e medio calibro sistemati sui ponti scoperti. 3. a. In araldica, il fondo, in legno e di varia foggia, sul quale sono disegnate le figure o le pezze araldiche: s. normanno, di forma triangolare terminante a punta in basso, grande quasi quanto una persona; s. triangolare o gotico antico, più piccolo del precedente, in forma di triangolo equilatero con i fianchi leggermente ricurvi, scudo d’arme tradizionale italiano; s. semirotondo o gotico moderno, con la parte inferiore arrotondata quasi a semicerchio; s. all’inglese o da torneo, quello riproducente lo scudo da difesa in uso nei tornei, detto anche targa, caratterizzato dall’avere un incavo nel cantone di destra affinché vi si potesse appoggiare la lancia negli assalti a cavallo; per s. sannitico, la più diffusa forma moderna, v. sannitico. Punti dello s., elementi di suddivisione convenzionale al fine di facilitarne il blasonamento (v. punto2, nel sign. 6). b. Per estens., stemma, arme gentilizia, e, anche, emblema di una società, di un partito, ecc., in forma di scudo araldico: lo s. dei Savoia, lo stemma sabaudo costituito da una croce bianca in campo rosso; s. crociato, costituito da una croce rossa (con la scritta Libertas) in campo bianco, già simbolo del partito politico della Democrazia Cristiana, e per metonimia il partito stesso. c. Nell’ant. linguaggio marin., il quadro di poppa, spec. la parte dove erano incisi il nome del bastimento e l’emblema dell’armatore o dello stato cui esso apparteneva. 4. Oggetto o sistema simile a uno scudo, sia per la forma sia per la funzione protettiva esplicata. In partic.: a. Piastrina metallica che talora è posta a protezione del buco di una serratura. b. Ornamento nella parte posteriore del piviale, che deriva per successive trasformazioni da un originario cappuccio di cui era fornita la veste liturgica. c. S. di prora, nei dirigibili, lo stesso che irrigidimento di prua. d. S. termico, struttura esterna di protezione di veicoli spaziali e missili d’alta quota (v. termico). e. Speciale attrezzatura metallica usata nelle costruzioni stradali per lo scavo di gallerie in terreni incoerenti o imbevuti di acqua, quali si possono incontrare in partic. nella costruzione di linee metropolitane; è costituita essenzialmente da un cilindro orizzontale la cui parete laterale verso lo scavo è formata da tante sezioni mobili che sono fatte avanzare con martinetti; lo scudo è diviso in tre zone di differente lunghezza: nella prima, a ridosso del fronte di scavo, operano le scavatrici (a fresa rotante, a denti, ecc.), la seconda è riservata alle operazioni di estrazione del materiale scavato (generalm. tramite nastri trasportatori), la terza alle operazioni di messa in opera del rivestimento (in genere a conci prefabbricati). f. Nella costruzione delle macchine elettriche, ciascuno dei due elementi frontali, di ghisa o di lamiere d’acciaio saldate, aventi lo scopo di chiudere la macchina stessa impedendo l’accesso all’interno e di alloggiare i cuscinetti del rotore. g. Nella tecnica farmaceutica, antica preparazione per uso topico ottenuta stendendo uno strato di medicamento su un supporto (tela, pelle di pecora) ritagliato in forma e dimensione rapportate alla parte ammalata su cui andava applicato. h. In geologia, vasta area continentale a debolissimo raggio di curvatura (da cui il nome), la cui ossatura è formata da zone cristallino-metamorfiche ripiegate da antichi corrugamenti orogenetici (s. baltico, s. canadese, ecc.), in cui possono prodursi per frattura sollevamenti e sprofondamenti in blocco di regioni vastissime. i. S. spaziale (detto anche s. stellare), dispositivo di difesa contro i missili balistici, da attuarsi mediante armi a energia diretta (laser e fasci di particelle) poste in parte nello spazio, su satelliti o stazioni spaziali (negli Stati Uniti è ufficialmente denominato Strategic Defense Initiative, «iniziativa di difesa strategica»). l. S. aereo, s. missilistico, il complesso delle forze di difesa aeree e delle basi e apparecchiature missilistiche di cui dispone una nazione. m. In vulcanologia, vulcano a s., vulcano con l’assetto di una collina tondeggiante molto bassa, formato da lava basaltica molto fluida. n. In funzione appositiva, carro s., nella trazione ferroviaria, veicolo interposto tra la locomotiva e le carrozze, destinato ad assorbire gli urti più violenti in caso di scontro. 5. In botanica: a. La sporgenza, più o meno romboidale o esagonale, dell’apofisi nelle squame ovulifere dei pini che porta al centro una prominenza detta umbone. b. Sinon. di scudetto delle caracee. 6. In zoologia (come variante di scuto, coniato direttamente sul lat. scient. scutum): a. Nome delle grandi scaglie epidermiche del tegumento dei rettili, simili a laminette compatte, che ricoprono la teca dei cheloni, la testa dei serpenti e il dorso dei coccodrilli. b. S. dorsali, o semplicem. scudi, le scaglie dermiche dei condrostei. c. Nei crostacei malacostraci, s. dorsale (o carapace), struttura del tegumento che si estende ai lati del tronco e, in alcuni casi particolari (per es. negli ostracodi), ricopre l’animale intero, assumendo una forma analoga a quella dei bivalvi. 7. In embriologia, s. embrionale, la massa cellulare situata all’interno della blastocisti nell’uovo di mammiferi placentati, che per delaminazione dà origine a uno strato interno, detto endoderma, e a uno strato esterno, detto ectoderma. 8. In numismatica: a. Moneta d’oro o d’argento così chiamata perché originariamente portava su una delle facce lo scudo araldico del principe e dello stato emittente; scudi del sole, scudi d’oro, coniati per la prima volta da Filippo di Valois re di Francia nel 1337, e poi molto diffusi anche in Italia, così detti perché i primi apparsi portavano su una delle facce un piccolo sole raggiante. b. Genericam., grossa moneta d’oro o d’argento; in partic., moneta d’argento da cinque lire di corso legale in Italia fino alla seconda guerra mondiale. c. Moneta dell’Ordine di Malta, emessa fin dal 1961, divisa in 12 tarì e in 240 grani. d. S. europeo (o semplicem. s.), unità di conto adottata nel 1979 dal sistema monetario europeo, equivalente a g 0,88867 di oro fino (in ingl. European Currency Unit «unità monetaria europea», da cui la sigla ufficiale ECU [v.], identificata dai Francesi con il sost. écu «scudo»). ◆ Dim. scudétto, con accezioni partic. (v. la voce), non com. scudicino, scudicciòlo; accr. scudóne; pegg. scudàccio. TAV.

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