Sèlla

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sella


sèlla s. f. [lat. sĕlla (der. di sedēre «stare seduto»), propr. «sedia, sedile», e in partic. tipo di sedile senza spalliera e braccioli]. – 1. Arnese di cuoio di varia forma e grandezza (detto talvolta, per maggiore precisione, s. equestre), costituito da diverse parti in cuoio (seggio, quartieri, staffili, cinghia sottopancia, ecc.) su un’ossatura in acciaio o in legno, che si dispone sul dorso di un cavallo, di un mulo o di un asino, per cavalcare più comodamente: s. da uomo, da donna; s. all’inglese, alla buttera, alla turca; s. d’arme, quella anticam. usata dai combattenti; s. da giostra, con gli arcioni curvi, altissimi, chiusi ai lati con robuste cinghie di cuoio o spranghe di ferro che assicuravano il cavaliere perché non fosse scavalcato dall’urto della lancia avversaria. Fraseologia: mettere, levare la s. al cavallo; montare, balzare in s., a cavallo; scendere, cadere di s.; reggersi, tenersi in s., sulla s.; stare in s., cavalcare; saper stare, o non saper stare in s., cavalcare bene, o male; cavallo da s., addestrato a essere cavalcato, opposto a cavallo da tiro; fiaccature da s., in veterinaria, le lesioni della pelle e dei tessuti più profondi nel dorso di un animale, prodotte da una sella o un basto mal confezionati o troppo pesanti. Locuzioni fig. e modi proverbiali: cavare, levare, sbalzare qualcuno di sella, spodestarlo, togliergli il posto, il grado e l’ufficio che riveste; rimanere, restare in s., avere la meglio, conservare il proprio posto, la propria posizione preminente; rimettersi in s., riprendere l’equilibrio, la stabilità, tornare nella condizione o nell’ufficio da cui si era stati o si stava per essere rimossi; ormai raro, meglio perder la s. che il cavallo, tra due mali o danni, meglio subire il minore; nell’uso tosc., cavallo tra le due s., di media statura, né grande né piccolo, e in senso fig., riferito a persona, di condizione intermedia sia per statura sia per altre qualità. 2. Sedile delle biciclette (detto più comunem. sellino) e dei motoveicoli, formato generalmente da un’intelaiatura di molle metalliche ricoperte da un’imbottitura, a sua volta rivestita di pelle o simili: è montata sul telaio del veicolo o direttamente o mediante l’interposizione di organi elastici, quali molle, ecc. 3. Sella curule, nell’antica Roma, particolare tipo di sedile proprio dei più alti magistrati (v. curule). 4. Usi fig., con riferimento alla forma concava della sella equestre oppure alla sua funzione di sostegno: a. Incavallatura in genere, concavità più o meno pronunciata in una superficie. b. S. del naso, nome dato comunem. all’incavatura che presenta il naso nella parte superiore, tra i due occhi. c. S. turcica, in anatomia, profonda escavazione della faccia superiore dello sfenoide, che accoglie il corpo dell’ipofisi. d. Sella di vitello, taglio di carne di vitello del quarto superiore, compreso tra le ultime coste e il cosciotto: s. brasata. Nell’uso tosc., non com., taglio di carne d’agnello macellato, staccato dai due quarti davanti e comprendente tutte le costolette. e. In geografia fisica, valico abbastanza largo tra valle e valle attraverso una dorsale montuosa. f. In meteorologia, s. isobarica, forma isobarica, costituita da una depressione fiancheggiata da due zone di alta pressione. g. Nelle costruzioni idrauliche, sostegno, in muratura o in calcestruzzo, delle tubazioni che costituiscono una condotta forzata, detto più precisamente s. di appoggio. h. Nella costruzione navale, ogni elemento strutturale destinato a sostenere un grosso peso o dell’apparato motore (selle della caldaia) o dell’allestimento (selle delle imbarcazioni, dei picchi di carico, ecc.). i. Sella di lancio, nelle costruzioni ferroviarie, sinon. di parigina. 5. Come locuz. avv., a sella, in forma simile a quella d’una sella. In partic.: a. Acconciatura a s., nella moda femminile in Francia e in Italia (fine sec. 14°- fine sec. 15°), specie di bicorno a forma di sella rovesciata, alto sulla testa, fatto in seta o velluto, guarnito di gioielli, sormontato da veli, portato dalle donne nobili. b. Anestesia a s., in medicina, l’anestesia della regione perineale e delle natiche che si osserva in seguito a lesione trasversale dell’epicono; ha tale denominazione perché i suoi contorni riproducono l’impronta di una sella. c. Articolazione a s., in anatomia, uno dei sei tipi delle articolazioni mobili (diartrosi), caratterizzato essenzialmente dalla disposizione dei due capi articolari, convesso l’uno e concavo l’altro, richiamante quella del cavaliere sulla sella, e dal prestarsi a tutti i movimenti, eccettuato quello di rotazione. d. Bocchino a s., nella costruzione delle pipe, bocchino che forma uno scalino prima di unirsi alla canna, in modo da distribuire meglio il peso del fornello in pipe di grandi dimensioni. e. Naso a s., deformazione del naso, il cui dorso assume un disegno concavo, dovuta a insufficiente sviluppo o a frattura delle ossa nasali (nel primo caso può essere segno di lue congenita). f. In geometria, paraboloide a s., sinon. di paraboloide iperbolico, così detto per la sua forma; più in generale, si parla di superficie a s., punto di s., con riferimento a configurazioni la cui forma richiama quella di una sella (una definizione rigorosa si dà in termini di curvatura). g. Nella tecnologia chimica, corpi di riempimento a s., materiali adoperati in operazioni di assorbimento di gas, così detti per la forma particolare che assicura elevata superficie specifica e alta porosità. 6. Nella teoria dei giochi, punto di sella, situazione di equilibrio che si verifica in certi giochi, quando ciascuno dei due giocatori segue la strategia ottimale (più precisamente, un punto di sella corrisponde a due strategie, una per ciascuno dei giocatori, tali che, se uno dei due giocatori modifica la sua strategia, peggiora la propria situazione). 7. Nella lavorazione artigianale delle cravatte, punto (a) sella, impuntura a mano eseguita sul retro, lungo tutto l’asse della cravatta, per conferire elasticità. ◆ Dim. sellétta (in alcuni usi fig. di sella, e spec. in quello geografico), sellina, e più com. sellino m. (v.); accr. sellóna, e sellóne m.; spreg. sellùccia; pegg. sellàccia.

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