semàntico agg. [dal fr. sémantique, e questo dal lat. tardo semantĭcus, gr. σημαντικός «significativo», der. di σημαίνω «segnalare, significare»] (pl. m. -ci). – 1. a. In linguistica, relativo alla semantica, al significato: problemi s.; ricerche s., studî s.; la componente s. di una parola, che, insieme con le componenti fonologica e sintattica, concorre a determinarne il significato nel discorso; valore, cambiamento s. di una parola, di un morfema, di una frase (e in usi estens. di un dipinto, di una tecnica musicale o cinematografica); un’espressione di grande intensità sotto l’aspetto s.; campo s., riferito a un singolo elemento linguistico polisemico, il complesso dei suoi possibili significati, e, riferito a un gruppo di elementi, la sfera di significati che essi hanno in comune; famiglia s., insieme di parole imparentate nel significato per il fatto di avere comune derivazione etimologica: per es., accettare, accettabile, accettabilità, accezione. b. In filologia e nella critica letteraria e artistica, critica s., denominazione introdotta da A. Pagliaro (1898-1973) per indicare un’analisi critica linguistica e insieme filologica e letteraria; arti s. (in contrapp. ad arti asemantiche, v. asemantico), le arti apprezzabili solo in riferimento a un sistema precostituito di simboli semantici (come, per es., le arti figurative). 2. In logica, relativo alla semantica. In partic.: paradossi s., che coinvolgono il significato di certe formule e che nascono dalla confusione fra linguaggio e metalinguaggio oppure dal tentativo di attribuire un valore di verità ad ogni frase (un esempio