Smart working

Neologismi (2018)

smart working


(smartworking), loc. s.le m. inv. Flessibilità prevista dalla legge all’interno di un rapporto di lavoro subordinato, finalizzata a incrementare la produttività e a facilitare il lavoratore nelle sue esigenze personali. | In concreto, il tipo di lavoro in cui si applica tale flessibilità. ♦ Raggiunto l’altra notte l’accordo tra sindacati e Unicredit sulla prima fase di gestione degli esuberi del nuovo piano industriale 2014-18. [...] Confermate le garanzie sulla mobilità infragruppo e professionale per prevenire la mobilità territoriale, oltre all’ampliamento dell’applicazione del telelavoro e all’introduzione dello «smart working». (Unità, 29 giugno 2014, p. 10, Economia) • Nel testo saranno inserite anche alcune clausole volte ad incentivare lo smartworking e l’istituzione di un commissario ufficiale all’Agenzia digitale. (Marianna Berti, Gazzetta del Sud, 10 agosto 2016, p. 3, Attualità) • le nuove tecnologie digitali possono venire in aiuto delle donne. Forme di organizzazione del lavoro più innovative e flessibili, come il telelavoro e lo smartworking, aprono spazi per superare la cultura del presidio sul posto di lavoro per concentrarsi invece sulla valutazione per obiettivi. (Claudio Lucifora e Daria Vigani, Avvenire, 2 marzo 2017, p. 3, Idee).

Pseudoanglicismo composto dall’agg. ingl. smart ‘intelligente’ e dal s. ingl. working ‘lavoro, occupazione’.

Già attestato nella Repubblica dell’11 ottobre 2010, Affari & Finanza, p. 32 (Francesca Tarissi), nella variante grafica smart working.