Sòrbo¹

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sorbo1


sòrbo1 s. m. [lat. sŏrbus]. – 1. a. Pianta arborea delle rosacee pomoidee (lat. scient. Sorbus domestica), alta anche una ventina di metri, che può vivere fino ad alcune centinaia di anni: ha foglie imparipennate, fiori bianchi in corimbi lanosi, frutti (sorbe) con diametro di qualche cm, tondeggianti o piriformi e di colore dal giallo verdastro al bruno; è spontanea nel Mediterraneo e nell’Asia occid., rara nell’Italia settentr.; è anche coltivata per i frutti che, aspri e astringenti per l’elevato contenuto di tannino, diventano dolci solo dopo un tempo più o meno lungo dalla raccolta, previo ammezzimento. Il suo legno, di colore rosso bruno, ha una buona resistenza meccanica e viene utilizzato per lavori di torneria, intaglio, ecc. b. S. degli uccellatori (Sorbus aucuparia), pianta simile alla precedente, che cresce in Italia nei boschi montani e subalpini ed è anche coltivata per ornamento: ha frutti rosso arancione o scarlatti, con diametro di 1 cm al massimo, non commestibili per l’uomo perché aciduli e amari, ma appetiti dagli uccelli. c. S. selvatico, arbusto o albero (Sorbus aria), con foglie seghettate, ellittiche oppure ovate, bianco-tomentose nella pagina inferiore e di colore giallo arancio in autunno, corimbi con numerosi fiori a perianzio con petali bianco crema, frutti tondeggianti, grossi circa 1 cm, scarlatti e mangerecci. 2. Nella classificazione botanica, genere di rosacee pomoidee (lat. scient. Sorbus) dell’emisfero settentr., rappresentate da alberi e arbusti con foglie semplici o imparipennate, alterne, stipolate; i fiori, di solito bianchi, sono riuniti in corimbi terminali. Comprende un centinaio di specie caducifoglie, che si differenziano dalle rosacee del genere Pirus (di cui fa parte il pero), nel quale sono state incluse da certi autori, per alcuni caratteri, come i corimbi spesso composti e i frutti piccoli.

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