Sostrato

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sostrato


(anche substrato) s. m. [dal lat. substratus -us, der. di substernĕre (part. pass. substratus) «stendere, collocare sotto» (comp. di sub «sotto» e sternĕre «stendere a terra»)]. – 1. Strato che sta al di sotto di un altro strato superiore. La voce, usata in senso proprio nella terminologia geologica, è impiegata spesso in senso fig. per indicare fatti e condizioni che costituiscono un fondamento di altri fatti e, spesso, pur non manifestandosi direttamente, esercitano su di essi un influsso indiretto: il s. naturalistico del pensiero romantico; in ogni azione politica c’è quasi sempre un s. economico; nelle persone più rudi e decise c’è a volte un s. di timidezza. 2. a. In linguistica storica, lo strato linguistico al quale si è sovrapposto e sostituito, a seguito della conquista o del predominio politico e culturale di un altro popolo, uno strato linguistico diverso, e che ha provocato nella lingua sovrappostasi particolari cambiamenti grammaticali e lessicali: il s. preindoeuropeo del greco; il s. celtico del latino, cui è attribuito, per es., il passaggio di ū lat. a ü e, nel lessico, il sistema di numerazione vigesimale nell’area neolatina già gallica (così, in francese lunelün〉 «luna» e quatre-vingt «ottanta»); elementi fonetici, morfologici, lessicali di sostrato. b. In filosofia è termine adoperato talvolta in luogo di sostanza, per designare la più vera e costante realtà in quanto «sottostante» ai suoi attributi. c. Per l’uso del termine in biologia, v. substrato, che in questa disciplina è la forma più comune.