speciale (ant. speziale) agg. [dal lat. specialis, der. di species «specie»]. – 1. Che concerne la specie, sempre con riferimento a ciò che distingue la specie dal genere (come contrario di generale o generico). Quindi: a. Non comune, fuori dell’ordinario, di genere particolare: per questo tipo di stampa è necessario un inchiostro s.; sono operazioni che richiedono s. attenzione; lo tratta con s. riguardi. b. Detto di ciò che, per le sue caratteristiche, è destinato all’uso esclusivo di determinate categorie di persone: istituire un treno s.; concessioni s., nei trasporti di persone o di cose sulle ferrovie dello stato, agevolazioni di tariffa accordate a persone o spedizioni particolari; legge s. (in contrapp. a legge generale), quella che viene applicata ad alcune categorie di persone o di fatti giuridici. In linguistica, lingue (o linguaggi) s., espressione (ricalcata sul ted. Sondersprachen e corrispondente all’ingl. Languages for Special Purposes «lingue per scopi speciali») con cui si indicano le varietà di una lingua usate da gruppi particolari di persone e caratterizzate dall’uso di un lessico speciale (terminologie esclusive di quel settore o termini appartenenti al lessico comune o ad altri settori della lingua e usati con accezioni peculiari); in questo senso, l’espressione comprende sia le varietà d’uso più ristretto e specialistico di codificazione, come per es. la lingua della chimica (dette anche lingue tecniche o specialistiche) sia quelle meno rigidamente codificate e dunque accessibili da parte di ampî settori della comunità linguistica, come per es. il linguaggio televisivo, politico, giornalistico, ecc., e nell’uso più recente (sia pur con notevoli oscillazioni) è stata preferita all’espressione