Spènto

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spento


spènto (o spénto) agg. [part. pass. di spegnere]. – 1. a. Che non arde, che non brucia più: cercò di riattizzare il fuoco s.; teneva fra le labbra un sigaro s.; per estens., calce s., idratata; farina s., mescolata e impastata con acqua. b. Non acceso, non in funzione, detto di apparecchio o dispositivo elettrico: stava a luci s.; l’auto procedeva a fari s.; l’aereo dovette atterrare a motori spenti. 2. fig. a. Che non ha o ha perso luminosità, vivacità, forza, tono, espressività e sim.: colori, suoni s.; nel gran silenzio della notte a pena interrotto dai singhiozzi s. del mare (D’Annunzio); Tutta in me la gioia è s. (Saba); parlava con voce s.; occhi s.; sguardo triste e spento. b. letter. Privo di quanto prima possedeva: Grecia quasi d’eroi spenta rimase (Pindemonte); atti d’alegrezza spenti (Petrarca). In partic., privo di vita, quindi morto, estinto: una dinastia, una casata s.; in bando Tu il cacciavi, tu s. lo volevi (Alfieri); o, più genericam., cessato: E su la veneta Spenta fortuna Si eterni il gemito Della laguna! (Fusinato). Con uso sostantivato, raro, persona morta, defunto: Dall’imo petto invidiò colui Che tra gli s. ad abitar sen giva (Leopardi).