Splendóre

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splendore


splendóre s. m. [dal lat. splendor -oris, der. di splendēre «splendere»]. – 1. L’essere splendente; luce, luminosità viva e intensa: lo s. scintillante delle stelle; il sole, oggi, è di uno s. che abbaglia; lo s. del mare sotto i raggi del sole; s. primaverile in cielo, ed io così felice di vivere (Carlo Coccioli). Con valore concr., poet. e raro, essere, spirito che si manifesta in una luce vivida: Ed ecco un altro di quelli splendori Ver’ me si fece (Dante). Per estens., con riferimento a tutto ciò che riflette o emana una luce viva e intensa: lo s. dell’oro; brillante, gemma, occhi di uno s. meraviglioso; fulgore, rigoglio: una donna nel pieno s. della sua bellezza, della giovinezza. 2. fig. a. Bellezza eccezionale, magnificenza che colpisce e suscita ammirazione: una festa indimenticabile per lo s. degli addobbi; in senso concr., come predicato, persona o cosa molto bella: quella ragazza è uno s.; abita in un palazzo con un salone che è uno splendore. Letter., il manifestarsi dell’eccellenza di una qualità o entità astratta: lo s. della virtù, della gloria; riferito alla persona stessa, in quanto di eccezionale valore: voi tutti, o Celesti, ah concedete Che di me degno un dì questo mio figlio Sia splendor della patria (V. Monti). b. L’essere splendido per ricchezza e fasto, per liberalità: s. di vita; una vecchia famiglia aristocratica decaduta, in cui lo s. di un tempo è solo un ricordo; e al plur., con valore concr.: gli s. delle corti italiane rinascimentali. 3. In fotometria, termine usato nel passato per significare la brillanza luminosa o luminanza.

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