Standard aperto

Neologismi (2008)

standard aperto


loc. s.le m. Standard fornito di documentazione pubblica e che può essere utilizzato liberamente; con particolare riferimento ai sistemi aperti dell’informatica. ◆ Succedono dunque delle cose apparentemente paradossali: che i nuovi standard aperti per l’interscambio di documenti siano spinti con maggiore convinzione proprio da Microsoft, oppure che il monopolista degli anni ’70, la Ibm, si presenti come il più robusto sostenitore dei software aperti, fino al punto di regalare alla comunità interi suoi programmi. (Franco Carlini, Corriere della sera, 22 novembre 2003, p. 28, Economia) • Qualche parola va poi spesa per quella sorta di nuova frontiera della innovazione rappresentata dall’open source. Gli standard aperti che, si badi bene, non sono solo un fatto che riguarda il software e l’informatica, ma che investono il campo ben più ampio della riforma del diritto d’autore nell’era digitale, hanno generato un forte sistema di concorrenza che oggi sembra privilegiare il contenimento delle tariffe delle tecnologie informatiche. (Paolo Zocchi, Europa, 29 gennaio 2005, p. 7, Commenti e analisi).

Composto s. m. inv. standard, di origine ingl., e dal p. pass. e agg. aperto, ricalcando l’espressione ingl. open standard.

Già attestato nel Corriere della sera del 12 giugno 1992, p. 33 (E. Gr.).

V. anche software aperto, sorgente aperta.

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