Stratigrafìa

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stratigrafia


stratigrafìa s. f. [comp. di strato e -grafia, sul modello, per la geologia, dell’ingl. stratigraphy; nel sign. 2, comp. di strato e (radio)grafia]. – 1. a. Lo studio della natura e delle caratteristiche del terreno attraverso l’esame degli strati susseguentisi in profondità; anche la rappresentazione grafica schematica degli strati del terreno ottenuta eseguendo opportuni sondaggi: s. geotecnica, per determinare alle varie profondità le caratteristiche del terreno (permeabilità, granulometria, consistenza, resistenza, ecc.) allo scopo di metterne in evidenza il comportamento ai fini della sua utilizzazione, sia come materiale da costruzione per la formazione dei rilevati, sia come terreno di sedime per fondazioni; s. agraria, per distinguere, nel suolo di un’area coltivata, lo strato superficiale o arabile e quello sottostante o inerte (raggiunto dalle radici o dai lavori agricoli solo eccezionalmente); s. archeologica e paletnologica, intesa a distinguere, in uno scavo, i varî strati successivi, che documentano i varî momenti e apporti successivi delle diverse culture e consentono di fissarne una datazione relativa (la s. del palazzo di Cnosso, a Creta, del nuraghe di Barùmini, in Sardegna). b. Branca delle scienze geologiche che studia la successione cronologica delle rocce della crosta terrestre (soprattutto di quelle sedimentarie, per lo più stratificate) e la loro distribuzione geografica, cercando di ricostruirne le originarie successioni attraverso i cosiddetti metodi stratigrafico, paleontologico, petrografico (v. alle singole voci), risalendo alla storia dell’evoluzione geologica della Terra, per cui è anche detta geologia storica; si occupa anche della ricostruzione degli ambienti antichi, della correlazione delle datazioni e della classificazione delle rocce sedimentarie. 2. Per analogia, il termine è talora esteso a indicare lo studio di altre stratificazioni, per es. quello rivolto a riconoscere i diversi strati cronologici, o di diversa origine, o quelli di varî livelli sociali, che hanno concorso o concorrono a formare una determinata lingua. 3. In radiologia, metodologia diagnostica che, evitando il sommarsi di immagini di altre strutture interposte della normale radiografia, consente di mettere in evidenza le sole strutture del corpo che interessano: introdotta da A. Vallebona nel 1930, dal 1963 è ufficialmente designata, a livello internazionale, con il termine tomografia (v.).

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