Strìscio

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striscio


strìscio s. m. [der. di strisciare]. – 1. L’azione, il fatto di strisciare, cioè di muoversi o passare sfregando o sfiorando qualcosa: ballo con lo s., eseguito strisciando i piedi sul pavimento. Con accezioni partic.: nel gioco del tressette, fare uno s. o lo s., strisciare la carta giocata sul tavolo per segnalare al compagno che si hanno altre carte dello stesso seme; nel biliardo, tirare uno s. (o di striscio), colpendo con la palla valida prima la sponda lunga e poi quella corta (tiro detto anche rinterzo al contrario); nella scherma, fare lo s., uno s., far strisciare la propria arma su quella dell’avversario; per il tiro di striscio in artiglieria, in contrapp. al tiro di ficco, v. strisciare, n. 1 c, e ficco. In traumatologia, ferita da s., ferita superficiale provocata da un proiettile d’arma da fuoco di piccolo calibro, caratterizzata da perdita di sostanza dei tegumenti superficiali in forma di solco. Locuz. avv. di striscio, strisciando, sfregando o sfiorando appena: la pallottola lo ferì di s.; l’ho appena toccata di s. sul parafango; in senso fig.: il sospetto ... gli attraversò di s. la mente (M. Pratesi). 2. Con valore concr., il segno che si produce strisciando con qualche oggetto su una superficie: una parete, una tavola piena di strisci. 3. Metodo di tecnica microscopica usato per fare preparati di liquidi organici (sangue, linfa, essudati, prodotti per secrezione, ecc.) e di tessuti molto lassi che si possono spappolare (milza, midollo osseo), consistente nel disporre una goccia di liquido o un frammento di tessuto in un velo sottilissimo sul vetrino, strisciando poi con un altro vetrino o con un ago. In questo sign., il termine è anche adoperato nell’uso fam., per sineddoche, come sinon. di pap-test (v.): fare lo striscio.