Strutturalismo

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strutturalismo


s. m. [der. di strutturale]. – Teoria e metodologia affermatesi in varie scienze dal primo Novecento, fondate sul presupposto che ogni oggetto di studio costituisce una struttura, ossia un insieme organico e globale i cui elementi costitutivi non hanno valore funzionale autonomo ma lo assumono nelle relazioni oppositive e distintive di ciascun elemento rispetto a tutti gli altri dell’insieme: l’opposizione dialettica tra strutturalismo e storicismo; s. architettonico, costruttivo; s. sociologico, economico; s. antropologico, etnologico (lo s. di C. Lévi-Strauss); s. filosofico, s. matematico. In partic.: 1. a. In linguistica, denominazione generica e complessiva delle varie scuole e correnti che riconoscono e studiano la lingua come una struttura unitaria, i cui elementi costitutivi sono definibili, funzionalmente, solo in base ai loro rapporti di interdipendenza: lo s. della scuola di Praga; lo s. danese; lo s. statunitense, francese, italiano, ecc. b. Nella critica letteraria, e anche artistica, teoria e prassi fondate sulla considerazione esclusiva o preminente dell’aspetto formale dell’opera, intesa come un insieme organico di elementi che derivano il loro valore funzionale dai rapporti che intercorrono tra ognuno di essi e tutti gli altri dell’opera stessa. 2. In psicologia, scuola o corrente (denominata anche psicologia strutturale) intesa a definire o descrivere gli elementi (sensazioni, immaginazioni, sentimenti, tendenze, ecc.) che, come un insieme organico, costituiscono con la loro interazione un processo psichico. 3. In biologia, teoria e metodologia fondate sul riconoscimento di una funzione globale dei varî organi, per cui essi sono definibili non in sé, separatamente, ma nella loro globalità e nelle loro relazioni reciproche. 4. Nell’architettura moderna, la tendenza progettistica e costruttiva a dare un rilievo preminente all’espressione formale delle strutture portanti: l’arditezza dello s. di Pier Luigi Nervi. 5. Nella scienza del diritto, denominazione generica con cui ci si riferisce a differenti teorie, in genere varianti moderne del normativismo, che negano la possibilità di procedere a valutazioni logiche e assiologiche di singole norme giuridiche, riconducendole tutte all’unità sistematica dell’ordinamento giuridico cui appartengono.

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