Tacca

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tacca


s. f. [dal germ. *taikka «segno»]. – 1. Piccolo incavo ottenuto sul margine di un oggetto con due tagli convergenti così da assumere, solitamente, una forma a V: le t. del braccio della stadera, corrispondenti ciascuna a un determinato peso, su cui scorre il romano (più genericam., il termine indica anche i piccoli intagli, o semplicemente i segni, che delimitano le divisioni della scala di uno strumento di misura, per es. un regolo graduato); le t. del ponticello, di strumenti a corda (violino, ecc.); la t. della freccia, all’estremità inferiore o cocca, che si adatta alla corda dell’arco. Usi e sign. partic.: a. Tacche (o taglie) di contrassegno, incisioni praticate contemporaneamente sulle due parti di una bacchetta di legno divisa a metà, delle quali poi una viene conservata dal debitore e l’altra dal creditore (o dal proprietario e dal colono, ecc.), usate, soprattutto in passato, e in genere da persone analfabete, per memoria e prova dei rispettivi debiti e crediti. Quando vi era corrispondenza fra le incisioni praticate nelle due parti della bacchetta, costituivano piena prova tra coloro che usano provare in tal modo le somministrazioni che avevano fatto o ricevuto al minuto. b. Tacca di mira, uno dei punti che, con il mirino, nelle armi portatili (e nelle artiglierie dei secoli passati) individuano la linea di mira: è costituita da un piccolo intaglio, generalmente a V, praticato su una laminetta metallica mobile facente parte del congegno d’alzo; la linea di mira congiungente l’occhio del tiratore col bersaglio deve sfiorare il punto inferiore della tacca e il mirino. c. In tipografia, piccolo incavo fatto sul fusticino di ogni lettera di piombo, all’altezza del piede, che serve, nella composizione a mano, a indicare il giusto verso secondo cui si deve porre il blocchetto nel compositoio: alcuni caratteri e segni speciali sono contraddistinti da due tacche. d. Intaccatura prodotta dal cattivo uso sul taglio di una lama: coltello, temperino pieno di tacche. e. In alpinismo, piccola incisione praticata nella neve dura con la punta dello scarpone per superare in salita diretta un pendio innevato, oppure, in traversata, con il bordo laterale dello scarpone. Il termine è usato anche come sinon. di gradino (v. gradino, n. 1 c). f. Segno generico di una graduazione, negli strumenti di misura dotati di scala tarata. g. Piccolo risalto ripetuto con regolarità sulla superficie esterna di talune barre di acciaio, impiegate nella tecnica del cemento armato per aumentarne la resistenza d’attrito. 2. ant. Cartello con l’indicazione del costo originario e delle spese di trasporto e dazio che i mercanti fiorentini erano tenuti a porre sui panni importati dall’estero. Di qui, probabilmente, l’uso della parola in alcune espressioni fig. come: sono tutti e due della stessa t., della stessa levatura, della stessa qualità, e sim.; uomo, donna di mezza t., di statura mediana, o di mediocre levatura; roba di mezza t., di poco valore. 3. Macchia, e in partic. chiazza sulla pelle di una persona o sul pelo di un animale. Più com. in senso fig., difetto morale, magagna, pecca (cfr. neo2, e v. anche taccola1). 4. fam. tosc. Tacca tacca, così così, alla meno peggio: càmpano tacca tacca; si tira avanti tacca tacca; un passo dietro l’altro: gli teneva dietro tacca tacca. ◆ Dim. tacchétta e tacchettina, solo in senso proprio; taccherèlla, soprattutto in senso fig., lieve difetto morale.

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