Tavolòzza

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tavolozza


tavolòzza s. f. [der. di tavola]. – 1. Nome dato sia all’assicella sottile, rettangolare o ovale, sulla quale si dispongono i colori a olio, sia al ripiano di ferro smaltato o di porcellana, rettangolare o ovale, con incavi o caselle per contenere i colori a tempera o all’acquerello; ha di lato un foro per introdurvi il pollice della mano sinistra che la sostiene, in modo da poterla appoggiare sull’avambraccio, e viene usata dai pittori per impastarvi sopra i colori mentre dipingono. 2. fig. a. Nel linguaggio della critica d’arte, la gamma dei colori preferiti e abitualmente impiegati da un pittore, e quindi il suo stile, la sua maniera: un artista con una t. ricca, brillante; la delicata t. di De Pisis; per estens. il termine è usato anche, con valore analogo, nella critica letteraria e musicale. b. Nell’uso fam., iron. e scherz., con riferimento a viso femminile eccessivamente truccato: come ti sei conciata? sembri una tavolozza! 3. In archeologia, nome dato alle lastre di pietra rinvenute in Egitto, di forma romboidale o rettangolare, talvolta con figure di animali in rilievo, usate prob. per impastarvi sopra i cosmetici per il trucco degli occhi, o anche, se di dimensioni colossali, come oggetti votivi.