Una tantum

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una tantum


1. Locuzione parzialmente lat. (una è prob. ellissi di una volta) che significa «per una volta soltanto». Si adopera soprattutto nel linguaggio giur., amministr. e burocr., con funzione di agg. e avv., per indicare un pagamento (a titolo di compenso, di gratifica, di indennità, di assolvimento di un obbligo, ecc.), di solito a carattere straordinario, che viene fatto mediante una determinata somma senza obbligo di ripeterlo, escludendo perciò ogni carattere periodico e continuativo: dare una gratifica una tantum ai dipendenti; lo ha compensato una tantum, con mille euro, per le consulenze svolte. Nell’uso fiscale, ma anche corrente, è com. come s. f. per indicare una tassa, una sovrimposta o un contributo straordinarî, limitati a una volta soltanto: imporre un’una tantum sull’assistenza sanitaria; pagare l’una tantum per la macchina. 2. In economia, si parla di variazione una tantum nell’analisi statica comparata per designare il passaggio da una posizione di equilibrio a un’altra, trascurando il problema delle aspettative che tale variazione genera.