Universale¹

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universale1


universale1 agg. [dal lat. universalis, der. di universus: v. universo1]. – 1. a. Che riguarda tutto l’universo, che si estende o è valido per l’intero universo fisico (nell’accezione scient. di questo termine): legge dell’attrazione u.; gravitazione universale. b. Che comprende, riguarda, interessa tutta l’umanità: valori u., principî morali u.; il linguaggio è una facoltà u. ed esclusiva degli esseri umani; storia u., di tutti i popoli e i tempi; aspirare alla pace u.; l’utopia dantesca della monarchia u.; lingue u. o internazionali, v. lingua, n. 4 a; diluvio u., v. diluvio, n. 1 b; giudizio u., v. giudizio, n. 1 b; nella liturgia cattolica, preghiera o orazione u., quella recitata, nella messa, dopo il Credo, per tutta la Chiesa e l’umanità. In linguistica, grammatica u., quella, teorizzata spec. dai razionalisti francesi del sec. 17°, che ha come oggetto di studio gli elementi formali e logici comuni a tutte le lingue. Nella storia delle religioni, religioni u., quelle che, come il cristianesimo, il buddismo e l’islamismo, propongono un messaggio di salvezza a tutta l’umanità, tendendo quindi a diffondersi, con un costante espansionismo missionario, fra tutti i popoli, senza differenza di cultura. Come s. m., u. linguistici, i tratti tipologici, fonetici, morfologico-sintattici e semantici comuni a tutte le lingue, che possono quindi considerarsi una specie di invarianti del linguaggio umano; u. fantastici, nella dottrina vichiana, generalizzazioni operate dalla mente dei popoli nell’età ferina ed eroica quando prevale la fantasia (detti anche caratteri poetici in quanto poetica è ogni espressione ed esperienza di quei popoli, anteriore a ogni processo razionale). 2. Che comprende e concerne la totalità di individui, enti ed elementi, aspetti di una determinata collettività, categoria, serie, o di un particolare settore, insieme, àmbito (sinon. quindi in alcuni usi, con tono tuttavia più elevato e spesso iperb., di generale e totale): le leggi u. della natura; i principî del diritto romano hanno assunto un valore u. nel diritto moderno europeo; i modelli u. della civiltà dei consumi; la politica di unità nazionale ha avuto, nel paese, un consenso quasi u.; un genio, una mente u., che spazia in tutti i campi della scienza: la mente u. di Leonardo da Vinci; biblioteca u., o, come s. f., universale (economica), raccolta o collana editoriale di opere su argomenti e settori dei più diversi campi (letteratura, arte, scienza, ecc.); le ingiurie u. [= che offendono tutta la collettività] con più pazienza che le particulari si sopportano (Machiavelli); essere oggetto di u. ammirazione, venire fatto segno all’u. disprezzo; un grande scienziato scomparso prematuramente tra l’u. cordoglio o l’u. compianto. Come s. m., con valore neutro, in usi ant. o rari, la totalità, tutti: l’u. degli uomini; erano i Cerchi ... venuti allo u. in odio (Machiavelli). In usi e con sign. scient. e tecn.: a. In filosofia, che è comune a più realtà individue, a una molteplicità o totalità di enti, o che può essere predicato di più soggetti: le proprietà u. (o, come s. m., l’universale) di una classe, di un genere; concetti, attributi u.; dati, valori, giudizî universali. Come s. m., ciò che è universale: procedere dall’u. al particolare o dal particolare all’u., come procedimento e metodo logico deduttivo oppure induttivo; nella filosofia idealistica, u. astratto, quello separato dagli individui, cui si contrappone l’u. concreto, che si realizza nel particolare, ovvero nella storia. Problema (o disputa o questione) degli u., nella storia della filosofia, quello formulato nel sec. 11° nell’ambito della filosofia scolastica e relativo al nesso che lega il pensiero all’espressione verbale; verteva in particolare sul quesito se alle nozioni apprese dall’intelletto o comunque possedute dal pensiero (nozioni universali, concetti, generi e specie, ecc.) corrispondano enti con realtà autonoma o se invece tali nozioni non siano altro che nomi (e addirittura flatus vocis, v.); per la prima ipotesi propendevano, sia pure con diverse sfumature, i filosofi cosiddetti realisti (in partic., Guglielmo di Champeaux), mentre nella seconda si riconoscevano i nominalisti (in partic., Roscellino). b. In logica matematica, quantificatore u., v. quantificatore; chiusura u. di un’espressione, v. chiusura, n. 3 b. c. In diritto, erede u., erede unico, con esclusione di qualsiasi altro avente diritto alla successione ereditaria (con espressione più tecnicamente giur., è definito successore a titolo u., distinto dal legatario come successore a titolo particolare). d. In immunologia, recettore u., individuo di gruppo sanguigno AB in cui, per la mancanza di agglutinine, può essere trasfuso il sangue, oltre che dello stesso gruppo, di tutti gli altri: A, B, 0; datore o donatore u., individuo di gruppo sanguigno 0 (zero) il cui sangue, in quanto privo di agglutinogeni, può essere trasfuso in individui di ciascuno dei quattro gruppi: A, B, AB, 0. e. In botanica, velo u., nei funghi, sinon. di velo totale. f. In chimica, indicatore u. di pH, miscela di indicatori opportunamente scelti che può assumere colorazioni diverse a seconda del pH della soluzione: è corredato da una scala cromatica che fornisce la corrispondenza fra colorazione e pH. Per l’ipotetico solvente u. degli alchimisti, v. alkaest. g. In elettrotecnica, apparecchio a tensione (o voltaggio) u., che può essere alimentato con tensioni diverse mediante opportune commutazioni circuitali. Strumento u., denominazione di strumenti destinati alla misurazione di grandezze di varia natura (tensioni, intensità di corrente, ecc.) mediante un unico reometro (generalmente un milliamperometro per corrente continua), che viene commutato su opportuni circuiti di misura (è chiamato anche misuratore u., analizzatore, tester). h. In fotografia, obiettivo u., o anche ottica u., obiettivo che può essere montato su macchine fotografiche di marca diversa mediante opportuni anelli adattatori, che consentono cioè di adattare la parte posteriore dell’obiettivo al particolare tipo di attacco di ciascuna macchina.  Avv. universalménte, dovunque, da tutti, senza eccezioni: il suo contegno fu universalmente disapprovato; l’oro è universalmente stimato metallo prezioso; ant., nella loro totalità: universalmente gulosi, bevitori, ebriachi ... gli conobbe apertamente (Boccaccio); interamente, del tutto: non erano ancora usciti della gioventù, che un espresso fastidio dell’esser loro gli aveva universalmente occupati (Leopardi). In logica matematica, quantificare universalmente, applicare un quantificatore universale (v. quantificare, quantificatore).