Uṡura¹

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usura1


uṡura1 s. f. [dal lat. usura, propr. «uso, godimento», e quindi «godimento del capitale dato in prestito», der. di usus, part. pass. di uti «usare»]. – 1. Anticam., interesse, frutto del capitale: ci è alcuna persona il quale l’altrieri mi servì de’ cinquecento che mi mancavano, ma grossa u. ne vuole, ché egli non ne vuol meno che a ragione di trenta per centinaio (Boccaccio); per estens., il prestare denaro a interesse: la condanna dell’u. da parte della Chiesa; u. offende La divina bontade (Dante). In seguito, si è detto in partic. usura l’interesse eccessivo richiesto per un mutuo o per un prestito, e quindi il mutuo o il prestito stesso usurario, cioè il fatto (che nel codice penale italiano costituisce il delitto di usura) di esigere un interesse (o altro compenso) notevolmente superiore alla misura corrente o legale in corrispettivo di un prestito: dare, prestare, prendere denaro a usura; esercitare l’usura. 2. Con uso fig., nella locuz. avv. a usura, meno com. con usura, in maniera o quantità sovrabbondante: sei già stato compensato a u. per il tuo lavoro, per il favore che mi hai fatto.

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