Vaṡèllo

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vasello


vaṡèllo s. m. [dim. di vaso] (pl. -i; ant. le vaṡèlla). – 1. ant. o letter. Piccolo vaso, vasetto (ma usato anticam. anche col sign. generico di vaso): Se mai candide rose con vermiglie In vasel d’oro vider gli occhi miei (Petrarca); tazze ed altre vasella da bere (Pulci); di cristallina rupe Prezioso vasello (Parini), vasetto prezioso fatto di cristallo di rocca. Con uso fig., poet. ant., recipiente, riferito soprattutto a persona, in quanto contenga entro di sé qualche virtù o vizio o sia ricolma di doni spirituali (cfr. l’uso analogo di vaso): il gran vasello De lo Spirito Santo (Dante), san Paolo, il vas electionis (v.); frate Gomita, Quel di Gallura, vasel d’ogne froda (Dante), pieno d’ogni malizia. 2. ant. Vascello, cioè nave o navicella: quei sen venne a riva Con un vasello snelletto e leggero (Dante); il papa l’avrebbe aiutato a quell’impresa con numero di genti e di vaselli (Sarpi). ◆ Dim. vaṡellétto, vaṡellino, questo usato anche come termine anatomico, piccolo vaso sanguifero: vasellini arteriosi, venosi.