Vassóio

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vassoio


vassóio s. m. [lat. tardo missōrium «piatto per mandare (mittĕre) le vivande in tavola», incrociato con vas «vaso»]. – 1. Grande piatto a fondo piano, di metallo, legno, ceramica, ecc., con bordo rilevato o variamente sagomato e destinato sia a contenere vivande da portare in tavola, sia a sostenere uno o più recipienti (per es., la caffettiera, la teiera, tazze, bicchieri, bottiglie, ecc.) per servire in tavola, per offrire rinfreschi, sia a contenere oggetti varî un v. di peltro, d’argento o di rame argentato, di maiolica o di porcellana; mettere l’arrosto, il fritto sul v.; passare col v. tra gli invitati per offrire i pasticcini, il vermut; v. per guanti (v. guantiera); v. per la posta, nel quale si depone la posta appena arrivata. Nell’uso liturgico, serve a sostenere le ampolle e a ricevere l’acqua che viene versata sulle mani del vescovo o del sacerdote quando si lavano le mani durante una celebrazione liturgica (per es. nella messa). I vassoi possono essere inoltre adoperati per deporvi la posta in arrivo o i guanti (v. guantiera), o per tenervi servizî da fumo, oggetti da scrivania, ecc. 2. Attrezzo da muratore, comunem. detto sparviere (v.). 3. tosc. Arnese rettangolare di legno, con sponde rialzate e leggermente espanse, su cui si mondano, agitandole, biade, legumi, castagne, ecc.; con questo sign., è in uso in alcune parlate tosc. la forma femm. vassóia (mentre in altre l’oggetto stesso è detto capistèo). ◆ Dim. vassoiétto, vassoino.

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