Ventósa

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ventosa


ventósa s. f. [lat. tardo ventōsa (cucurbĭta) «(zucca) piena di vento»]. – 1. In medicina, campana di vetro, di varie dimensioni, usata a scopo revulsivo (lo stesso che coppetta): v. ostetrica, apparecchio in grado di aderire strettamente, mediante opportuna depressione pneumatica, alla parte presentata del feto allo scopo di esercitarvi trazione quando, per varî motivi, si renda necessario accelerare il parto. 2. In zoologia, organo adesivo di varî animali, sia vertebrati sia invertebrati, utilizzato per afferrare la preda (come nei molluschi cefalopodi), o per aderire al substrato (come nei pesci del genere perioftalmo) o a un altro organismo (come, per es., in molti platelminti, nelle remore, ecc.); le ventose vere o acetaboli hanno forma circolare, con una depressione al centro a forma di coppa, e sono ora sessili, ora peduncolate, spesso contrattili e associate a cellule ghiandolari adesive, talora anche a uncini. 3. Per similitudine, nome generico di oggetti a forma di piccole coppe di gomma o d’altro materiale, che hanno la proprietà di aderire a superfici lisce quando, mediante pressione, viene pressoché eliminata l’aria contenuta tra di esse e le superfici stesse; si usano, tra l’altro, per far aderire su superfici lisce oggetti di peso limitato, per far passare un breve e forte getto d’aria attraverso un tubo ostruito allo scopo di disostruirlo (sturalavandino a v.), per asportare lastre di vetro, di lamiera o di altri materiali, che non consentono alcun appiglio di presa.