Vérga

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verga


vérga s. f. [lat. vĭrga]. – 1. a. ant. o letter. Ramo non grosso; ramo secondario: umil colle ..., Ove ’l gran lauro fu picciola verga (Petrarca). b. Bacchetta, bastone lungo e sottile: le verghe dei littori; fustigare, fustigazione con la v., o con le v., con un fascio di verghe, come antica pena e punizione corporale; la v. del pastore, il bastone o il ramo con cui guida il gregge e s’appoggia: Guida la greggia a i paschi e la riduce Con la povera v. al chiuso ovile (T. Tasso); Rinnovato hanno verga d’avellano (D’Annunzio). Per estens., in usi letter. o elevati, la v. reale, lo scettro dei sovrani: nell’uno di questi forzieri è la mia corona, la v. reale e ’l pomo (Boccaccio); la v. magica o dei maghi, la v. dell’indovino e del rabdomante, la bacchetta, che è strumento e anche simbolo delle loro capacità eccezionali. c. fig. Tremare come una v., o a verga e più comunem. a verga a verga, essere preso da un tremito o da un tremore molto forte, convulso: tremava come una v. per la paura, per la febbre, di freddo; le gambe stecchite che gli tremavano a verga dentro le mutande logore (Verga); egli mi si lanciò contro e, tremando di rabbia a v. a v., mi afferrò per un braccio (Landolfi). 2. estens. Oggetto, elemento, organo di forma allungata per lo più cilindrica, simile a un ramo, a un bastone o a una bacchetta: la v. del pendolo, l’asta oscillante alla cui estremità inferiore è fissato il peso; la v. del telaio da tessitura, la bacchetta che, in coppia con un’altra uguale, assicura il parallelismo dei fili d’ordito e la regolarità della distanza tra i licci e il punto di apertura del passo. In partic.: a. Pezzo di metallo di forma allungata, con sezione circolare e più spesso poligonale o variamente modanata: una v. di ferro, di acciaio, di alluminio; v. d’oro, d’argento, di platino (e oro, ecc., in verghe), barra, lingotto (v. lingotto, che è ormai il termine tecn. più com.); le v. del tram, le rotaie, i binarî. b. Nell’attrezzatura navale, v. secca (o, con grafia unita, vergasecca), il pennone più basso dell’albero di mezzana, quando, come di solito, non vi è inferita la vela. c. V. d’oro, o v. aurea, erba perenne delle composite tubuliflore (Solidago virgaurea), che cresce nei boschi e nei pascoli, spec. sui monti, in tutto l’emisfero boreale, ed è anche coltivata nei giardini: ha fusto alto fino a circa 1 m, foglie lanceolate o ovate e capolini di fiori gialli in racemo semplice o composto. d. Membro virile, pene. ◆ Dim. verghétta, verga sottile e leggera, bacchetta: Venne a la porta [il messo celeste], e con una verghetta L’aperse, che non v’ebbe alcun ritegno (Dante); in araldica, il palo diminuito e ridotto a un terzo della sua lunghezza ordinaria (sue modificazioni sono la verghetta ondata e la verghetta scorciata); verghettina, vergolina (non com.); spreg. vergùccia; accr. vergóna, e vergóne m. (non comuni); pegg. vergàccia.

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