Vernàccia

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vernaccia


vernàccia s. f. [da Vernaccia, oggi Vernazza, una delle Cinque Terre della riviera ligure di Levante] (pl. -ce). – Nome di svariati vitigni coltivati in molte regioni d’Italia, e dei vini bianchi che da essi, sin dal medioevo, si ottengono: e purga per digiuno L’anguille di Bolsena e la v. (Dante); due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di v. da Corniglia (Boccaccio; Corniglia è un centro delle Cinque Terre, nel comune di Vernazza); pensò trovare modo di far venire magliuoli da Portovenere della v. di Corniglia (Sacchetti). Tra le produzioni più note: la v. di San Gimignano (cittadina in prov. di Siena), di sapore secco, vellutato, leggermente amarognolo, profumo intenso, colore giallo pallido; la v. di Cagliari, di colore bianco verdognolo che invecchiando diventa dorato, di sapore intenso con retrogusto amarognolo; la v. di Oristano, un vino bianco secco che, invecchiato in fusti di rovere o di castagno, assume un colore ambrato, di sapore fragrante e armonico. Vi è inoltre una v. di Serrapetrona (comune in prov. di Macerata), spumante rosso, amabile, ottenuto con l’aggiunta, all’omonimo vitigno, di uve sangiovese, ciliegiolo e montepulciano.

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