Żaffìro

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zaffiro


żaffìro (meno corretto żàffiro; ant. żafiro, saffiro) s. m. [dal lat. sapphīrus (e sappīrus), e questo dal gr. σάπϕειρος, voce di origine orientale (ebr. sappīr)]. – 1. Minerale, varietà di corindone cui l’ilmenite (ossido di ferro e di titanio), dispersa allo stato colloidale nel reticolo cristallino, conferisce diverse tonalità di azzurro; i cristalli limpidi e di tinta uniforme costituiscono gemme pregiate, conosciute nell’uso con nomi varî, a seconda delle sfumature. Z. orientale, denominazione con la quale si indicano in commercio gli zaffiri provenienti da giacimenti dell’Asia e dell’Australia (z. del Kashmīr, di color azzurro fiordaliso, raro e molto apprezzato, z. di Ceylon, dall’azzurro al blu, z. di Birmania e z. del Siam, blu intenso, z. australiano, blu verde). Z. bianco o leucozaffiro, la varietà incolore, z. stellato o asteria, con fenomeni di asterismo, z. occhio di gatto o girasole orientale, con riflesso interno allungato o tondeggiante. Z. giallo, z. verde, z. viola o violetto, nomi dati in alcuni paesi a varietà di corindo-ne di colore diverso dall’azzurro, conosciute altrove, spec. in passato, con i nomi di topazio orientale, smeraldo orientale, ametista orientale. Z. di Francia, calcedonio di colore blu chiaro. In gioielleria prendono il nome di zaffiro anche minerali di natura diversa: z. d’acqua, z. del Brasile, z. falso, z. spinello, rispettivamente, le varietà azzurre di cordierite, topazio o tormalina, fluorite, spinello. Z. sintetici o ricostituiti o artificiali, quelli ottenuti fondendo al cannello allumina finemente polverizzata con piccole quantità di ossido di ferro e titanio. 2. Per estens., colore azzurro limpido e trasparente: cielo, occhi di z. (e in funzione di agg. invar.: occhi zaffiro); Dolce color d’orïental zaffiro, Che s’accoglieva nel sereno aspetto Del mezzo, puro infino al primo giro (Dante); Li astri arridenti qua e là pe ’l profondo z. (D’Annunzio). ◆ Dim. żaffirétto.