Zitèlla

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zitella


zitèlla (o żitèlla; region. o meno com. zittèlla, żittèlla) s. f. [femm. di zitello]. – Nell’uso ant., ragazza da marito; giovane donna non sposata: io fo questa cavalla diventare una bella z. (Boccaccio); il pianto delle zitelle, intonato da fanciulle nubili nel santuario della Ss. Trinità al monte Autore (nel Lazio orientale) in occasione dei pellegrinaggi; casa delle z., presso alcune tribù di lingua munda e dravidica dell’India, capanna ove vivono in comune tutte le ragazze nubili del villaggio, per potere, con maggiore libertà, incontrarsi con i giovani celibi, anch’essi riuniti nella capanna degli scapoli. Nell’uso attuale è riferito soltanto, e per lo più con tono scherz. o spreg., a donne non sposate un po’ avanti negli anni: non le sono mancate le occasioni per maritarsi, ma è ancora z.; non gli va bene nessuno a quella, vuole il principe azzurro: finirà per restare zitella. ◆ Dim. zitellina; accr., scherz. o spreg., zitellóna, donna non sposata, piuttosto anziana: quelle due zitellone non fanno che curiosare e spettegolare; pegg. zitellàccia (tutti con iniziale sorda o sonora).